martedì 27 maggio 2014

RECENSIONE Senza Candeggio n53: "MATTATOIO N.5" K.Vonnegut



Titolo: “Mattatoio n-5 o La Crociata dei Bambini”
Autore: Kurt Vonnegut
Edito: Feltrinelli
Numero pagine: 196
Mese: Marzo 2014
Motivo che mi ha spinto alla lettura: aver letto come ha cominciato a scrivere il mio amico Davide, dopo che a sua volta ha cominciato a leggere quello che scriveva Vonnegut.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Per parlare di questo libro, è necessario fare prima un accenno storico su quella che è stata la vita di Vonnegut
Nel 1944 venne fatto prigioniero durante l’ offensiva delle Ardenne e successivamente trasferito in Germania nella città di Dresda. Qui assistette in prima persona al terribile bombardamento alleato che nel febbraio del 1945 rase al suolo la città e causò 25ooo vittime civili.
Così va la vita.
E così via.

Vonnegut si salvò poiché rinchiuso in una grotta ricavata sotto il mattatoio della città normalmente utilizzata per l'immagazzinamento della carne.
Così va la vita.
E così via.

Inquadriamo il contesto: sotto le bombe incendiarie lanciate dalla RAF durante le quattordici (14!) ore di bombardamento fra il 13 e il 14 febbraio del 1945 trovarono la morte quasi 25.000 civili, furono distrutte 24.866 case del centro su un totale di 28.410, la temperatura al suolo durante l’attacco raggiunse i 300 gradi centigradi, incendiando – letteralmente – l’ossigeno.
Così va la vita.
E così via.

Questo episodio traumatizzante, anni dopo, verrà ripercorso in chiave solo parzialmente fantascientifica nel suo romanzo più famoso, Mattatoio n.5 o La Crociata dei Bambini.
Ad un certo punto della sua vita Vonnegut sente il dovere ma soprattutto l’esigenza d’affrontare questo spettro della sua vita, e di pubblicare una storia che parli di questo.
Ma libri che parlano di guerra ce ne sono già molti in giro, alla fine degli anni 60 del 190, così decide d’affrontare il tema proponendolo al lettore sotto una chiave originale.
E la sua forza, sembrerà paradossale e assurdo, starà proprio nel nonsense.
Così va la vita.
E così via.

Quello di Vonnegut, è un punto di vista dotato di carattere, sceglie di parlare del passato facendosi rapire da un ufo, un ufo occupato dai Trafalmadoriani: esseri che vedono l’uomo “non come creature a due gambe” (ma cito) “come grandi millepiedi: con gambette da bambini a un capo e gambe da vecchi all’altro”, il che di per se la dice già lunga.
Così va la vita.
E così via.

Cinismo e rassegnazione ruotano in un girotondo impazzito assieme alla delicatezza e alla forza necessaria che serve per parlare della guerra.
E c’è il delirio che consegue il distacco, la velata tristezza che segue la follia, l’ironia che segue la cruda realtà e i nervi tesi, che scoppiano in una risata isterica.
Così va la vita.
E così via.

Pagine che vogliono farsi leggere, e si lasciano leggere con insolita leggerezza e che mi permetto di consigliare.
Un libro folle, scritto in maniera folle che parla della più grande follia dell’umanità e finisce come dovrebbe finire tutto dopo un massacro, dove tutto dovrebbe tacere, e dove infatti tutto tace, tranne gli uccellini.
E gli uccellini cosa dicono? Tutto quello che c’è da dire dopo un massacro.
Così va la vita.
E così via.