lunedì 22 luglio 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n29 "Il Centenario che Saltò dalla Finestra e Scomparve" J.Jonasson

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Titolo: “Il Centenario che Saltò Dalla Finestra e Scomparve”
Autore: Jonas Jonasson
Edito: Bompiani
Numero pagine: 446
Mese: Giugno/Luglio
Motivo che mi ha spinto alla lettura: la copertina.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.
Dice uno, Ma che diavolo di buona motivazione è? Comprare un libro facendosi incantare dalla copertina?
La mia risposta è Ho speso soldi vostri? No, Quindi non vedo dove possa essere il problema.
La copertina è fichissima.
C’è un anziano con addosso un vestito da maiale, nel taschino ci ha un pistone di dinamite.
Si capisce che è un anziano, perché la sua testa si vede.
Quella del porco invece, è vicino al suo piede sinistro.
Datemi un anziano e vi solleverò il mondo.
Quando ne vedo uno non capisco più niente.
Uno dei miei sogni è montare su uno di quei pulman colmi di senilità e partecipare a una di quelle gite che reclamizzano sui volantini che trovi nella cassetta della posta.
Tipo gita a Livigno partenza in piazza Domenica ore 4 am, ritorno in tarda serata (tarda serata nel linguaggio degli anziani corrisponde alle ore 21.30 circa) batteria di pentole in omaggio inclusa nel prezzo.
Ce la farò.
Devo solo organizzarmi.
Tipo andare a comprarmi delle mele rattrappite da mettere nello zaino “Perché se sa’ quando te ve in quei posti lì, all’estero, a fine pasto no i te da mai la frutta.”

Vi piace il cinema?
Che secondo me per parlare di questo libro si può fare riferimento a tre titoli lì dei film.
Mettete insieme “Forest Gump”, “Il Grande Lebowski”, e “Svegliati Ned”, e avrete la miscela giusta per far correre le pagine de Il Centenario Che Saltò Dalla Finestra e Scomparve.

Ah tra l’altro, concedetemi di aprire una piccola parentesi, lancio un annuncio in via del tutto personale:

AAA Al faccia da bidè de quel qualcuno a cui ho prestato Svegliati Ned.
Non ricordo chi tu sia, ma puoi rendermelo?
Che te venisse el cagoto co’ le sfranse,
con affetto,
la proprietaria.

Torniamo a noi.
Questo è un romanzo che viaggia su due binari.
Uno è il passato, l’altro il presente di Allan.
Allan è l’anziano travestito da suino che vi dicevo.
Entrambe le storie sono molto interessanti e coinvolgenti, i fatti non si susseguono in ordine cronologico ma grazie a continui flash back.

Chi è Adam?
E che ne so’, io vi parlo di Allan
Allan non è solo l’anziano travestito da maiale, anzi, nel libro nemmeno succede che si traveste.
L’hano travestito solo per la copertina, così la gente comprava il libro.

Allan è un senzaDio, apolitico, dinamitardo per natura , vocazione e passione e che conosce la ricetta segreta della bomba atomica.
Allan fa esilaranti conversazioni telefoniche con Truman, insegna a Stalin una canzone popolare svedese, Stalin s’incazza e Allan gli consiglia di radersi quei baffi, ma ha pure lavorato per Mao, Allan.
Ma Alan è anche un centenario che fugge in ciabatte dalla finestra della casa di riposo che lo ospita, proprio il giorno del suo compleanno, proprio mentre che tutti anche il sindaco sono nel salone principale ad aspettarlo.
Allan è l’anziano che ruba a sua insaputa una valigetta piena di soldi sporchi, e li condivide con tre amici conosciuti durante la sua evasione verso la libertà.

Un’avventura scandita per tutte le pagine da continue botte di culo, ma che non danno fastidio.
Lo dico perché di spesso a me le pacche di fortuna creano disturbi, è come se quando uno scrive ma non sa come far andare avanti la situazione e allora se la cava con una qualche manna dal cielo o un finale felice, ma qui neanche il finale è felice, per dire, neppure triste eh, sia chiaro.
Anzi, io credevo che tutto andava a finire in una maniera invece è finita in un’altra.
Che a dire il vero non mi ha troppo fatto venire la pelle d’oca, lì com’è finito, ma è una piccola parentesi su cui non vale nemmeno la pena soffermarsi, perché tutta la trama in sé perdona lo scivolone. Del finale, intendo.
Ci aveva da fermarsi prima dell’epilogo secondo me, per andare bene. Lì per finire il finito.
Il senso della fine per finire e arrivare alla fine senza scrivere la parola fine alla fine della storia, dico mi seguite? I finali dei libri restano sempre un grosso problema, o no?


Se però uno un libro lo comincia così per me è troppo sulla buona strada

Nessuno ci sapeva stregare meglio di mio nonno materno quando, seduto sulla panchina di legno e chino sul bastone, raccontava le sue storie masticando tabacco.
“Ma è tutto vero, nonno?” chiedevamo stupiti noi nipoti.
“Quelli che dicono soltanto la verità non sono degni di essere ascoltati,” rispondeva il nonno.

E’ così infatti che comincia Il Centenario che saltò dalla Finestra e Scomparve.




Fermo restando come ho scritto nella recensione scorsa che ho caldo e non ho più molto entusiasmo a fare quella che scrive come hobby, saluto tutti quelli che comunque ci hanno ancora  la pazienza di seguirmi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        -CONCLUDO :) -





giovedì 11 luglio 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n28 "Superwoobinda" Aldo Nove, PRIMA PARTE.

Titolo: “Superwoobinda”
Autore: Aldo Nove
Edito: Einaudi
Numero pagine: 199
Mese: Giugno/Luglio
Motivo che mi ha spinto alla lettura: me l’ha regalato una mia amica che le piace tanto la parola “culo”


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.



-PARTE PRIMA-

Sto scrivendo questa recensione da semi ubriaca.
Il fatto io non mi ponga il problema se la parola Sto va con l’accento, l’apostrofo, o senza nessuno dei due, ne è la conferma.
Giustificarsi dicendo che sto scrivendo da semi ubriaca è un gran lusso.
La gente non capisce mai se stai parlando sul serio o a vanvera.
Questo per chi non mi conosce.
Chi mi conosce sa che ubriaca, o semi, o no, la seconda ipotesi è quella più attendibile.

E’ che ci ho una pigrizia in questo periodo che neanche immaginate.
Ho due libri qui sul comodino, pronti ad entrare a far parte del blog, ma mi manca la voglia d’inserirli.
Io non lo so.
Se è colpa del caldo, o se come mi è solito, per tutte le cose che comincio poi arrivo a un punto che ce ne ho piene le palle e mi passa l’entusiasmo.
Io spero sia il caldo se no poi finisce che l’unica cosa mi resta di entusiasmante da fare nella vita è ubriacarmi.

E’ un comune giovedì, sono le 7 di sera, e io sono semi ubriaca.
Non è che mi succede tutti i giorni, è che oggi è stato un pomeriggio speciale, di quelli che un paio di birre è giusto farle fuori.
Sarà anche pure perché c’è caldo.
Chissà.

Mi manca la voglia di fare quello per cui questo blog è nato.
E’ che non ci voglio rinunciare, fosse anche solo per princìpio.
Allora avanti, porca vacca.
Lo faccio però senza entusiasmo, lo dico subito,eh?

Non è che lo faccio senza entusiasmo perché Nove mi ha deluso, no anzi, io alla mia amica che le ci piace tanto la parola Culo  volevo ne approfitto per ringraziarla che mi ha regalato Superwoobinda ci mancherebbe, anzi.
Ci ho pure il suo autografo nella prima pagina.
No quello di Nove, quello della mia amica che le piace la parola Culo..

E’ che a volte mi sa scrivere non è che è proprio la mia strada.
L’importante è prendere coscienza delle cose poi tutto il resto, come diceva quello là che adesso è morto, tutto il resto è noia.
Che non ho detto Gioia.
Ma culo-culo-
culo.
Piangermi addosso non mi salverà dall’odore di zolfo di Mefisto, andiamo avanti.

Fhhh.

Lo faccio dom…