sabato 7 dicembre 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n 43 "CORTINA DI FUMO", R.Sabbag



Titolo: “Cortina di Fumo”
Autore: Robert Sabbag
Edito: Edizioni Socrates
Numero pagine: 331
Mese: Ottobre/Novembre
Motivo che mi ha spinto alla lettura: ahimè, la copertina.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Immaginate la storia di un giovane aspirante regista vissuto ai tempi della Summer of love.
Un regista, che come tutti i più grandi registi del passato prima di lui (Ford, Truffaut, Orson Welles, Fellini, solo per citarne alcuni) decide di fare tutto quel che serve per avviare una carriera nel mondo del cinema: diventare un trafficante di marijuana.
Questo regista, che per la precisione si chiama Allen Long, è vissuto per davvero.
Quindi immaginate sì è vero una storia, ma tenete conto che ciò di cui stiamo parlando non è fantasia, bensì realtà.
Allen Long, giovane studente rampollo, ha un bisogno costante di fondi, per far nascere il proprio documentario, un documentario che parla del traffico di droga. I soldi non bastano mai. Così, quasi per sbaglio si ritrova a vivere prima da spettatore ma poi con tutti i due piedi, nel fantastico mondo della Ganja.
Cominciano i viaggi verso la Colombia, con una squadra e dei mezzi di trasporto a dir poco sgangherati.
Comincia a conoscere le persone giuste, e via a discorrere.
Poi si rende conto che coi soldi che riesce a recuperare con la droga, non solo ci si può fare un documentario, ma ci si può prendere un Harley, e che è incredibile quanta gnocca  riesce a rimediare un Harley e la storia, cambia registro.
La tipica giornata, diventa quella di chi è sulla vetta del mondo.
Uno si alza dal letto alle 3 del pomeriggio, e si muove ovunque ci sia una bella festa con la consapevolezza di aver fatto entrare nella cultura di quel tempo un’amabile sensazione di tranquillità e con la fierezza di essere parte responsabile nell’alimentarla.
Periodi altalenanti, in cui ci si abitua ad essere ricchi quando non si è più al verde.
E Long diventa come una sorta di rock star: aerei, droghe, feste, donne, leggerezza.
Anzi meglio di una rock star perché per vivere così, non deve nemmeno troppo sbattersi a girare il mondo.
E’ in California, e questo può bastare.
Nel giro di poco, Long passa da spacciatore a trafficante intermediario.
Un broker affarista senza più il gusto dell’avventura.
Questo stallo, provoca in Long una forte depressione tant’è che decide di abbandonare il giro perché capisce di essere un trafficante intrappolato in un corpo da spacciatore. Torna alle origini, torna in sud America a trattare coi colombiani, come all’inizio della sua carriera.
La prende nel culo dai suoi soci, decide di chiudere con il passato, riapre la porta e torna ad essere un gangster o qualcosa di simile.
La storia finisce che la prende nel culo su tutti i fronti.

Scrivere un libro basandosi su questa storia, avrebbe un ottimo potenziale.
Un ottimo potenziale che però a Cortina di Fumo, manca.

Ne esce certo uno stile ironico, fresco, ma allo stesso tempo troppo documentaristico, che non concede al libro il grip necessario per invogliarti a procedere velocemente nella lettura.
E’ tutto un parlare di chili di soldi - chili di droga, carica - scarica, di più - di più, tanto più che a tratti, pare di trovarsi di fronte all’inventario del reparto ortofrutta dell’Esselunga piuttosto che davanti a una storia bella e buona.

Ci sono più personaggi all’interno di queste pagine che nei Malavoglia ma sono tutti ben definiti, per questo non puoi confonderti.
Mi è piaciuto molto il modo di descriverli dell’autore. Ogni persona ha le proprie caratteristiche bizzarre e diverse, l’autore –c’è da dirlo- ha un modo particolare per delineare i tratti dei suoi protagonisti.
Ho trovato interessante anche l’epilogo in cui lo scrittore, come in un film, tiene farci sapere che fine han fatto tutti col passare del tempo esattamente da dove la storia per il lettore è finita.

Però, manca il grip.
E ‘mazza che fadiga è stata arrivar in fondo.







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