giovedì 2 agosto 2012

RACCONTO infeltrito numero7 "SEGNA, CHE PASSO!"



Un giorno ero bambina. Sono andata al negozietto in piazza con mia mamma. Lei, ha preso un litro di latte, si è avvicinata al banco e ha detto “segna”.
La signora col grembiule ha dunque aperto il suo quaderno, e con una matita ha registrato il tutto facendo una delicata e minuziosa operazione di somma a colonna, alla vecchia maniera.
Avevo dunque scoperto con mia grande felicità, che i soldi non servivano a nulla. Mi si è aperto un mondo.
Da il giorno poi e per settimane di fila, ogni mattina, all’insaputa di mia mamma, passavo, facevo suonare il campanellino della bottega, prendevo un pacchetto di caramelle, dicevo “segna”, sentendomi furba da matti che la commessa ci cascava sempre.

Un giorno, che ero ancora bambina, passeggiavo in piazza col mio babbo. La saracinesca era abbassata, il negozio aveva chiuso per sempre, il babbo mi disse “troppi debiti”, e per la prima volta ho capito il significato del pegno.
Ora, al posto di quella latteria, hanno aperto una banca.
Ogni mese sono costretta passarci per pagare le rate della macchina.
Nella mia ingenuità “da grande” mi chiedo: ma se…....

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