giovedì 29 novembre 2012

RECENSIONE senza candeggio numero5: GRANDI USTIONATI

Guru
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                     ORGOGLIO E PREGIUDIZIO, PROMESSI SPOSI o GRANDI USTIONATI?

Scheda tecnica
Titolo: “Grandi Ustionati”
Autore: Paolo Nori
Edito: Marcos y Marcos
Numero pagine: 190
Mese: Agosto
Motivo che mi ha spinto alla lettura: il mio amico mi ha detto: “Tu devi leggere Paolo Nori”


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.
Allora io questo mese mi ero messa nella testa di leggere “Orgoglio e pregiudizio” della Austen che tanti mi hanno detto “leggi Orgoglio e Pregiudizio della Austen vedrai che roba!”
L’ho comprato alla Gheduzzi costava 4 Euro. Li dentro alla Gheduzzi svendevano i grandi classici a 4 euro. Anzi, a euro 3,90 per la precisione.
Se qualcuno ci ha voglia di credermi ho pure preso “I Promessi Sposi” perché mi manca dal liceo, ma no che mi manca nel senso che ho le nostalgie, semplicemente mi sa che avevo bigiato quando lo avevano spiegato nella mia classe. E io lo so che a trent’anni sono viva lo stesso anche se so’ solo che dentro quel romanzo ci sono due che si amano e di nome fanno Renzo e Lucia, e c’è uno che è Don Abbondio che non so se è un prete vero o un balllerino come Don Lurio e l’ Inominato e forse neanche nemmeno, visto che se scrivo “Inominato” il correttore di word insiste a segnarmi la parola di rosso. Sarà lo ”inominabile” o “Inonimato” o lo “anonimo”.
Boh, a questo punto vattene in cerca, che ce ne importa, tanto che sono ignorante mica è una novità.

Adesso, non volevo mettere troppa carne sul fuoco, allora andiamo per ordine se no rischia che non ci capisco più nulla nemmeno io e diventa una tragedia nella tragedia.

Questo mese mi ero messa nella testa di leggere “Orgoglio e Pregiudizio” della Austen che tanti mi hanno detto “Leggi Orgoglio e Pregiudizio della Austen, vedrai che roba!” però mi è successo un fatto strano.

Comincio a leggerlo ma dopo un po’ finisce che mi perdo tipo a pagina 50 o giù di li.
Quindi lo chiudo, e ricomincio da capo.
Il problema era che ci erano troppi nomi e troppe famiglie e avevo fatto su una confusione che io sono portata ad andare in tilt quando è che intorno ci ho troppa gente.
Allora siccome sono furbissima, ho preso una matita e nella prima pagina mi sono fatta uno schema con tutti i nomi dei personaggi e della famiglia dove che abitavano. Capirai che goduria leggere un libro in queste condizioni.

Mica è finita qui, dopo è venuto fuori un altro problema.
Nel mio cervello o giù di li, ho cominciato ad ambientare il tutto nella casa di mia nonna che lei ci aveva la casa al Cerro che “Cerro” è il nome di un paese che sta qui nelle prime montagne di Verona.
Di quando la mia nonna mi insegnava a fare i ricami con le tele che a ogni numero c’era un filo di un colore diverso e allora mi sono detta “Silvia, qua mi sa che stai facendo su un macello incredibile. Mica che la Austen ha mai parlato del Cerro, dei fili o della nonna Amelia.” Fa’ te che i protagonisti del libro vivono in Inghilterra e continuano ad andare a feste, ‘nammo bene – ‘nammo. Dunque ho continuato a dirmi “Silvia, bambina che ricama al fresco le tele coi numeri e i fili colorati, vedi di chiudere il libro, cominciare da capo e se ci hai tempo vai pure a prendere una boccata d’aria che non fa mai male.”
Ero a pagina 109, al momento di quel monologo.

E quando è che arrivi a pagina 109 di un libro che ancora non ti sei ambientata allora forse è saggio che fai una bella cosa: chiudi tutto, lo inserisci nella libreria e gli ci dici “Oh ciao. Davvero, è stato un sacco bello conoscerti ma facciamo che ci rivediamo un'altra volta senza offesa, occhei?!”
-Tanto dal momento che parli da sola, puoi pure metterti a parlare con un libro.

Che poi guarda come va che si combinano le cose.
 Io che ero già in panne che non sapevo che cosa leggere e i “Promessi Sposi” no che ce ne avevo cazzi, un mio amico mi ha detto “ Oh, io che leggo quello che scrivi tu ti chiedo, ma tu hai mai letto niente di Paolo Nori?” No gli ci ho detto.
Ne ho comprati tre di libri di Paolo Nori perché dopo che ho letto due pagine in libreria mi sono innamorata. Dico di Nori, non del mio amico, del Manzoni ancora meno e della Austen non ne parliamo che già l’abbiamo fatto abbastanza, mi sembra.

Uhhh che fatica, mi sto annoiando da sola.
Vediamo di arrivare al dunque.

Di che cosa che parla “Grandi Ustionati”?
Di uno che resta intrappolato nella sua macchina finché va a fuoco e allora rimane ustionato.
Direbbe qualcuno.
Di uno che “Ma in Giappone sono alto, in Giappone sono alto.”
Potrei dire io, dall’alto dei miei 155cm.
Di uno un po’ alla Fante che tanto gli ci importa solo di scrivere, Che anche il cavallo ci ha quattro zampe eppure inciampa.
Può essere che dica, un altro.
Se è vero quello che tutti diciamo.
Direbbe lui.

E non è tanto il di cosa parla ma di COME ne parla.

Di come ne parla della Gallina Fischiona, degli scrittori russsi dell’incatenato Nicolò Foscolo detto Ugo che sono per tutto il romanzo gli spettatori della sua attesa o dell’attesa del romanzo stesso.

Di come ne parla del fatto che

Non è che ti volevi suicidare? O che finché scrivi ti ispiri ad Alberto Castagna, inconsciamente?
Ci vuole pazienza per belli apparire bisogna soffrire ,Ma dice Sergio, non so, io conosco della gente che ha sofferto tanto, nella sua vita però fan schifo lo stesso, guardali.Sergio, gli dico grazie, è un piacere parlare con te.Prego Learco, mi dice Sergio, chiamami quando vuoi.

Di come ne parla del fatto che

SE le cose non finissero mai io diventerei matto. Io se mi dicessero Vuoi essere immortale? Col culo, gli risponderei.
Ho scosso la testa, voleva significare che io certe cose non mi metto neanche a spiegarle io, certe cose
.

Tanto lo so che non mi state seguendo.
Non sto delirando è che ci avete da leggerlo. Se non l’avete ancora letto.
Perché “Grandi Ustionati” di Nori, vacassa putanassa impestata va letto e io vi sto facendo confusione apposta.

Va letto fosse anche solo per non sapere come va a finire la barzelletta sui carabinieri che nemmeno io ve lo dico.
Fosse anche solo per gustarvi la figura del suo babbo.
Fosse anche solo per far comunicare le cellule del vostro tessuto nervoso con le cellule muscolari, far incrociare i neuroni e non capire se ridere o piegare un po’ il labbro inferiore allingiù.

Non c’è niente di più vero.
Parlo del fatto che Nori potrebbe diventare un punto di riferimento per tutta una generazione.
Io riferirei volentieri, che sono d’accordo con quelli che lo dicono, ma soprattutto con lui.

Un libro, uno stile, uno scrittore CARNASCIALESCO.
Se volete sapere cosa vuol dire, carnascialesco, comprate il libro. La mia versione se può interessare,è fighissima così, rilegata col filo e l’acquarello di Giuliano Della Casa in copertina.

Un’ultima cosa, volevo dire.
E la dico alla Austen.
Porta i miei saluti alla signora Elvira, quella che abita in piazza, proprio vicino alla chiesa, li al Cerro.



 “Ma la cosa più brutta, di cadere giù per le scale, non è quando prendi la botta che ti fa male, la cosa più brutta è il momento che te sei per aria, le gambe in avanti, ti rendi conto la botta, è questione di poco, sta per arrivare.”


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