venerdì 30 novembre 2012

RECENSIONE senza candeggio numero6. "Il Momento è Delicato", Niccolò Ammaniti.

EL LAMA
(Che poi secondo me, somiglia pure al moroso di mia cugina, o a Fabio Volo)


Scheda tecnica
Titolo: “Il Momento è Delicato”
Autore: Niccolò Ammaniti
Edito: Einaudi
Numero pagine: 367
Mese: Agosto/Settembre
Motivo che mi ha spinto alla lettura: Ammaniti tal volta mi “scombussola” come pochi.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITA’.

Ci ho appena ammazzato una forbice con “Il Momento è Delicato” di Ammaniti.
La forbice con le zampe, non quella con le lame.
Ho ribaltato le leggi del gioco che facevamo tutti da bambini. Che nessuno venga più a dirmi forbice taglia carta. Da questo momento, carta schiaccia forbice.
Mi scuso con gli animalisti per questo, mi scuso con tutta me stessa ma la bestiolina in questione  m’ha fatto un’imboscata, è sbucata veloce e di soppiatto dalla fessura della tastiera del mio Mac. Ho fatto un salto esagerato per lo spavento. Il mio è stato un gesto più impulsivo che assassino. Poco delicato, lo ammetto.

Vado a girare la bistecca che sta cuocendo in pentola, un momento e arrivo.

Io ci ho il dono di arrivare tardi sulle cose, che dono, un vanto proprio.
Ammaniti l’ho scoperto tardissimo, in buona sostanza, mentre mezza Italia conosceva “Io non ho paura” da una vita, io continuavo a restare all’oscuro di questo autore.
Ci avevano fatto pure il film del bambino ricco rapito dai terroni che ce lo avevano nascosto nella botola ma dopo l’altro bambino figlio dell’orco terrone l’ha scoperto e sono diventati amici.
Ci è quella scena che fa venire la pelle d’oca nel film, del bambino coi dread e le magatte negli occhi, che rantola illuminato da un raggio di sole dal fondo buio della botola come Et l’extraterrestre dentro l’armadio.
Ammaniti però l’ho scoperto mica così.
Cioè, quel film di Salvatores l’avevo visto ma mica sapevo che era tratto dal libro e che quel libro l’aveva scritto Ammaniti e bla bla bla.

Ammaniti l’ho scoperto perché un mio amico mi ha regalato “Come Dio Comanda”mi pare due estati fa.
E che libro, io se mi credete mi sembra che l’ho letto tre o quattro volte.
Due di seguito sicuro perché appena l’ho finito, l’ho ricominciato subito.
Magari presto ci scappa la quarta o quinta volta e ci faccio la recensione, così per non farci mancare niente e perché giustamente se volevo parlare di “Come Dio Comanda” allora non scrivevo de “Il Momento è Delicato”.

Mi pare che gli ho letti tutti i libri di Ammaniti, anzi no mi manca “Branchie” perché in libreria non si decidono mai a metterlo in offerta… ‘stì stronzi.
Mi era proprio venuta la fissazione per questo scrittore che secondo me ci ha una fantasia che come la mescola al noir e all’ironia e al pulp è una cosa brutta, ma brutta nel senso buono del termine.
Allora così parlando col mio prof, di scrittura creativa quando ci ha chiesto che scrittori ci piacciono io gli ho risposto Beh per me Ammaniti spacca il culo. E lui mi ha detto inutile che gli fai i complimenti che tanto lui stesso l’ha dichiarato quest’anno al Salone del Libro li a Torino che lui ci mette il suo nome e alla sua spalle ci ha una ghost writer che fa un po’ te, dico UnA perché non è un uomo ma una donna.

Io mi sono sentita abbastanza presa in giro perché ammesso lui dica il vero, dico allora non c’è più religione.
Sti ghost writer mi hanno rotto.
Che soddisfazione ci avrà mai uno che ama scrivere a vedere quello che gli esce dal cervello pubblicato sulla copertina col nome di un altro.
Che se vi dico quanti ne esistono, sicuro ci rimanete male.
A me personalmente poi, fare i complimenti a uno che non se li merita non è che mi esalti particolarmente.


Ragazzi, io non so se ve ne siete accorti ma in questo periodo sono fastidiosa come le vrespe, me sto fin sule bale da sola. Che tradotto in italiano dovrebbe suonare come “non mi sopporto, sono fastidiosa come le vespe.” 

Va beh.

Con tutti questi elementi ho comprato il suo ultimo libro di Ammaniti o la vacca de so’ sorela, bravo chi ci capisce.
No che l’ho letto tanto volentieri, ci avevo una delusione nel cuore un po’ come quando ho scoperto che Babbo Natale non esiste e il costume di come ce lo figuriamo noi nella testa , se lo sono inventati quelli della Coca Cola. Ohhh – ohhh - ohhh.

A parte che non sono ancora sicura se è vera per davvero questa storia che mica è lui eccetera eccetera, ma non  posso negare d’averlo letto con occhio un po’ diverso.
Le pulci, quando è che te le mettono nell’orecchio è roba da matti.
(ma perché oggi tiro in ballo tutti gli insetti del mondo?)

Il Momento è Delicato, è una raccolta di racconti scritti tra il 1995 e il 2012.
E se lo conosci Ammaniti, come scrittore non di persona, voglio dire se prima ti eri già letto tutti i suoi libri, in diversi racconti ci vedi dentro l’embrione da cui sono evoluti i romanzi precedenti stessi.
Sedici sono i racconti, di cui due scritti a quattro mani con Antonio Manzini che se anche si sforzavano a mettermi due righe per spiegarmi chi è mica mi facevano un dispetto e mi risparmiavo un giro su Wikipedia.
Ci ho da andare su Facebook io, mica che ci ho tempo da perdere per guardare le enciclopedie on line.
Comunque io ve lo dico chi è Manzini, Antonio. E ve lo dico in una riga, se non ve ne importa di chi è saltatela e chi si è visto si è visto.E ognuno a casa sua che oggi proprio non è giornata.
E’ uno scrittore.


Ora io parlo in generale dei racconti senza che sto qui a citarli uno per uno.
In alcuni mi chiedevo com’è che mai, che non si decideva a scegliere una forma verbale tipo la stessa dall’inizio alla fine, senza cambiarla di continuo oppure se proprio ci aveva da farlo, da metterne insieme due che stessero bene insieme come le zucchine col basilico piuttosto che come il parmigiano grattugiato nel latte caldo.
E allora voi cari lettori potreste dirmi Si va beh parli te che scrivi come se parli che ci avessi cinque anni e ti perdi a lungo andare nei tuoi stessi discorsi.
Quindi io vi do ragione e passo oltre.

Poi vorrei tanto sapere com’è che le caratteristiche comuni di tutti i suoi personaggi sono:

1- i rivoli di bava che scendono dal lato della bocca
2- la perdita degli incisivi
3- l’insanità mentale.

Apro una parentesi sul punto 3.
Io secondo me è troppo facile parlare di pazzia tirando in ballo un pazzo.
Cos’era quella frase la famosa?
Tipo…siamo tutti pazzi e chi non è pazzo… in casa… uno specchio ?
ESATTO.

Io ad esempio mi piacerebbe trovare un altro modo di farlo di parlare dei matti.
Non l’ho trovato ma ci sto lavorando.
Così, mi è venuta questa fissazione dal nulla.
Ognuno ci ha le sue e se le tenga.
Ma soprattutto non stavamo parlando di me.

A un certo punto del libro io ho avuto un’esaltazione interiore che quasi svengo.
Che è successo?
E’ successo che ci è una parte del libro che Ammaniti ha intitolato “Rane e Girini” che è stata una collaborazione tra lui e il suo babbo, allora come i giovani di tendenza ho esclamato “fiiico!!” perché dico pensa che cosa bella.
Poi per me che io il mio babbo vorrei sposarmelo dal primo momento che l’ho conosciuto “fiiico” era quasi limitativo.

Bella l’idea, peccato per i racconti che sembrano una raccolta dei temi della seconda media, insipidi come la polenta senza sale.
Arrivi in fondo e pensi Embeh, quindi? C’è altro da mangiare?
Allora io dico sì, c’è il sugo in cui puoi intingere quella polenta.

Lo dico perché secondo me Ammaniti potenzialmente ci ha delle idee fantastiche, cose che dici Ma questa situazione? Come ha fatto a venirgli nella testa? E i personaggi che dipinge ti pare di averli in fianco sul comodino che ti fanno compagnia mentre leggi, tanto bene che li descrive. Che mato.
Poi mi fa un sacco ridere.
Non ci ha limiti alle catastrofi, parte tutto che sembra proprio reale poi arriva all’assurdo nel senso fantasioso del termine. Sempre più in la sempre più in la che io me lo immagino davanti al suo computer finché scrive con la sudorazione ascellare alle stelle, il sorrisetto sulle labbra e il fiato corto, che poi sono gli stessi effetti che fa a me, quando lo leggo.

E qui concludo che oggi non ci ho tanta voglia di scrivere.

























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