lunedì 3 dicembre 2012

RECENSIONE senza Candeggio Numero7. "COMPAGNO DI SBRONZE" Charles Bukowski

Lo zio Charles che limona duro.
-->


Scheda tecnica
Titolo: “Compagno di Sbronze”
Autore: Charles Bukowski
Edito: Feltrinelli
Numero pagine: 200
Mese: Settembre
Motivo che mi ha spinto alla lettura: Questo mi mancava.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITA’
Io me lo ricordo troppo bene quando è che ho letto il mio primo libro del signor Chinaski.

Avevo tredici - quattordici anni o giù di li.
Beh insomma, mica ho detto che mi ricordo quanti anni avevo, ho detto che mi ricordo la prima volta che ho letto un suo libro, sicuro non ero maggiorenne, poi ci arrivo, pazientate.

Ricordo d’essere entrata nella biblioteca pubblica del mio quartiere, d’aver visionato gli scaffali, o meglio, i romanzi destinati al prestito riposti sugli scaffali e d’essere stata catturata  da un titolo:
“STORIE DI ORDINARIA FOLLIA.”

Capirai, a quell’età o da quelle parti, leggere la parola “Follia” è un invito a nozze, ti casca l’occhio anche senza volerlo sulla parola “Follia” , ci hai la ribellione che ti bolle nelle vene a quell’età li dei tredici - quattordici anni.

A farla breve, ho sfilato il libro dal ripiano e mi sono avvicinata alla scrivania della bibliotecaria.

Prendo questo le ho detto Mi chiamo Colli ma Silvia, perché Michela è mia sorella glielo dico così non fa confusione col computer.
Ricordo perfettamente che in quel mentre, lei, la bibliotecaria, con un gesto veloce della mano, ha afferrato l’enorme ciocca di ricci che le pendeva sulla fronte e l’ha fatta scivolare all’indietro liberando gli occhi per un seppur breve istante da quel crespo cespuglio.
Me lo ricordo non perché ci ho chissà che memoria, ma perché ce l’aveva proprio come abitudine. Questa sua mania, mi faceva andare via di testa che ogni volta avrei voluto prendere un paio di forbici e tagliarglielo via, quel ciuffo.

Dicevo le ho detto Prendo questo, e lei dopo quel gesto da rock star mi ha detto Eh no, questo non posso dartelo. Perché? Le ho chiesto. E lei mi ha risposto Questo è da GRANDI, senti hai mai letto “Il Piccolo Principe?” Perché non leggi quello?
Bene, io non è che sono una che le piace tanto insistere con la gente e allora le ho detto Va bene, prendo quello.
Dopo tre giorni sono tornata e l’ho consegnato. Forse mi sa che sono l’unica persona al mondo che ci ha messo così tanto a leggere “Il Piccolo Principe” .
Allora? Mi ha chiesto tirandosi indietro il ciuffo, Com’era?
Mah, da ragazzini, le ho detto Mi sa che è ora comincio a leggere libri un po’ più da GRANDI, posso prendere “STORIE DI ORDINARIA FOLLIA?”.
Lei ovviamente, prima si è tirata indietro il ciuffo poi m’ha risposto Senti, perché non leggi “VA DOVE TI PORTA IL CUORE” della Tamaro?
E ancora una volta le ho risposto Va bene, prendo quello anche se in realtà le volevo dire Perché non vai dove ti porta il… (e sono sicura avete capito dove.)
Non ho ricordi in merito a questo romanzo, e io penso ci sarà pure un motivo.
Torno e consegno.
Allora? (che si è tirata indietro il ciuffo prima di chiedermelo non ve lo ripeto neanche) Com’era?
Mah, da vecchi, le ho detto Mi sa che ora che facciamo un passo indietro e comincio a leggere libri un po’ più da giovani. Non è che ne ha uno che parla ad esempio che ne so della follia?
Di nuovo si è passata la mano tra i ricci poi m’ha risposto Senti, perché non leggi “JACK FRUSCIANTE è USCITO DAL GRUPPO”?
E anche se sapevo che dietro c’era una bella fregatura, ancora una volta le ho risposto Va bene, prendo quello.
Che poi ai tempi io se devo essere sincera mi era piaciuto anche.
Torno e consegno.
Allora? (non ve lo dico più!)
Allora adesso facciamo che sono più furba di te –ho pensato.
Mah, bello. –ho detto.
Vuoi altri consigli?
No-no grazie, oggi sono solo venuta a fare i compiti.

Ho preso “STORIE DI ORDINARIA FOLLIA” dallo scaffale stando ben attenta a non farmi vedere, mi sono infilata in aula studio, ho aperto un enciclopedia a caso, la più grande enciclopedia che c’era nella stanza e dentro ci ho mimetizzato il tanto sospirato libro. Tzè! Manco fossi stata un ragazzo che doveva nascondere un giornalino pornografico.

Che poi io pensavo d’essere tanto furba ma, come si dice dalle mie parti “mi ha cagnata subito”.
Mai stata furba in vita mia.

Ovviamente prima di dire la sua, si è passata le dita tra i capelli poi, mi ha detto la sua che ci sono rimasta malissimo, giuro ha detto Si beh, ma qui puoi leggerlo vai tranquilla è che non posso registrare che l’hai preso.
Allora io mica  voglio stare qui a fare polemica che mi viene solo il vomito a pensarci, ma mi sa che proprio in quell’occasione io ho un po’ cominciato a capire com’è che funziona la burocrazia e detto questo mi fermo anche perché mica che voglio fare del qualunquismo.
A morte la “qualunquemica” e a tutti quelli che la fanno!

Parliamo di mignotte ,sbronze e cavalli.
Parliamo di belle cose, parliamo dello zio Charles.

Ogni volta che leggo un suo libro (e di suoi libri ne ho letti diversi, forse tutti) l’effetto è sempre lo stesso medesimo.
-Ahhhh, beato il cuore dell’eterna fanciulla-
strabuzzo gli occhi, trattengo il fiato e nel mentre, mi faccio salire la voglia di alcool ma anche d’altro.
Così, giusto per la cronaca, credo sia stato proprio lui a introdurmi nel fantastico mondo della birra. In quello del sesso no, quello è stato altro ma inutile stia qui a spiegare chi –cosa -come che a chi vuoi che gli ci interessi.

-Bukowski.

Occhei, sono d’accordissimo leggi che ti rileggi i temi che tocca sono sempre quelli. In tuuuuutti i suoi libri.
Lui è disgustoso, volgare, egocentrico, un gran ballista, cinico e  scorretto, maschilista fino all’osso, orgoglioso. Spesso si prende la briga d’essere confidenziale nei confronti del lettore senza che nessuno gli dia il permesso di farlo, molte volte potresti dire di sentirti offeso da tutto questo mix di cose, dall’insensibilità che usa per dare la spinta alle sue stesse parole.
Ma questa è la sua potenza, che ci piaccia oppure no.
Uno scrittore, un buon scrittore il suo mestiere se volete sapere come la penso, è proprio quello di turbarci che sia positivamente o il contrario.

Avessimo un amico così, sicuro lo prenderemo a schiaffi.
Lui non chiede a nessuno di essergli amico, tuttavia, è il genere di stronzo di cui non riusciremo fare a meno e vorremo avere comunque intorno, a giuste dosi.

“COMPAGNO DI SBRONZE”
è l’ ennesima conferma di quanto ho detto fin ora, una raccolta di racconti selvaggi e feroci.
Io se posso dire la mia –e lo faccio visto che il blog è mio e ce ne faccio quello che voglio- ho perso la testa per

· “La Politica è Come Cercare d’Inculare un Gatto”
· “Il Demonio”
· “L’assassino di Ramon Vasquez”
· “Un Compagno Di Sbronze”
· “La Barba Bianca”

A matita, li in fianco nell’indice dei racconti raccolti nel libro ho commentato con un “Minchia!”
Ve lo dico così, giusto per rendere l’idea.

A chi piacciono gli sberleffi al conformismo al perbenismo e al moralismo?
Un po’ a tutti, io credo.
Pure alla signora della mia biblioteca, ne sono certa.
Chiudo con un post scriptum, diretto proprio a lei sperando non si metta le mani nei capelli dalla disperazione:

a gioco finito, ai tempi, el libro “STORIE DI ORDINARIA FOLLIA” te lo inculà*

Come direbbe lo zio Charles “te la sei voluta, cazzo!”



*Inculà = colorita e tipica espressione dialettale veronese che sta per “rubato”.
                  Rubato, con somma  soddisfazione.

Nessun commento:

Posta un commento