lunedì 25 novembre 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n41 "FENICOTTERI IN ORBITA", P. Ridley



Titolo: “Fenicotteri in Orbita”
Autore: Philip Ridley
Edito: Mondadori
Numero pagine: 216
Mese: Ottobre
Motivo che mi ha spinto alla lettura: Consigliato dal mio amico, che io chiamo “Il Mona”.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Succede che un pomeriggio io e il mio amico –io lo chiamo “Il Mona” per questioni di simpatia- decidiamo di vederci.
Ci si vede poco, noi due, per questo lo chiamo così, anche.
Poi in realtà lè un Mona per tanti altri motivi.
Beh va beh, dicevo, così senza programmi finisce che passiamo tutto il pomeriggio in giro per mercatini del libro usato, qui a Verona.
Era Mercoledì, un mercoledì.
Ne giriamo due in realtà di mercatini, che noi quando si va per libri è come buttare una dolseta da Intimissimi.
 Impazziamo e non sappiamo più dove guardare, passa il tempo che neanche ce se ne accorge.

E’ stato dentro al primo mercatino che ho comprato “Fenicotteri in Orbita”.
Gli ho detto Mona, fa un piaser, ruma e catame fora qualcosa de figo  alà.
(trad. Amico fammi un piacere, rovista in quella cesta e trova fuori qualcosa d’interessante, suvvia.)
Che quel mio amico lì, mona lè mona, ma secondo me sa che libri potrebbero piacermi.
Lui di libri ne sa a pacchi, che mona l’è mona, ma el sa el fatto suo.

Ora io lascerei perdere tutta la trafila che ci è toccata fare per pagare sto cavolo de libro.
In quel mercatino lì, hanno delle pratiche burocratiche da seguire, se sto qui a spiegarvele facciamo notte.
Vi basti sapere che, dal momento in cui quel libro è stato estratto dalla famosa cesta, è dovuto passare prima sotto 6 occhi, poi per 12 mani, poi per un registro, poi per una pausa, poi di nuovo per altre 2 mani e altri 2 occhi, poi di nuovo per un registro, poi per una pausa, poi per uno scambio di opinioni su come si dice “sotto pressione” in inglese, poi sotto una penna, poi per  uno scambio di divergenze sul razzismo, poi dalla mano destra di una persona, poi dalla mano destra di un’altra persona, e infine per un’ultima mano destra di un’ultima persona.
Poi finalmente è diventato mio a tutti gli effetti.
Una volta messo al sicuro nella mia borsa, l’ho ritrovato in stato confusionale.
Se siete pronti a credermi, quel libro mi ha parlato.
Mi ha detto
“Sono stati i due euro più sudati della mia vita”.
Ma non possiamo stare qui a parlare di disgrazie per tanto, andiamo oltre.



Una raccolta di racconti niente male, c’è da dirlo.
Se uno mi dicesse “Oh, ho voglia di leggere qualcosa di veloce ma intenso, cosa consigli?”.
Probabilmente gli presterei questo.
Magari gli farei fare un po’ di giri prima, così, per ricordargli da dove viene.


Ridley è inglese, lo stampo inglese lo vedi subito.
Avrei potuto non documentarmi sull’autore, mettere la mano sul fuoco e dire E’ inglese.
Lo capisci dai colori.

Il linguaggio è diretto, asciutto, fluido, veloce, senti il profumo del sospetto nei confronti di tutto e di tutti.
In ogni storia, è messo in gioco il tema del sesso, e il tutto viene trattato con uno stile scuro, agghiacciante, scorretto, violento.
Nella sua semplicità, ogni aneddoto è in grado di scatenare domande con i suoi finali aperti.
Lo scrittore diventa forse mediocre, quando a tratti cerca riparo in un gratuito buonismo, e in un banale moralismo anticonformista.
Cosa che a me in genere poco esalta quando salta fuori da qualsiasi penna.
Questa però è una scivolata che all’autore concedo, considerando che Fenicotteri in Orbita è nato come libro per ragazzi.
In Inghilterra sono più avanti di noi sotto questo aspetto.
Da noi, nelle scuole, propongono ancora “Il Piccolo Principe”.
Fa te.
Che cul.
E poi ci lamentiamo perché semo indrio come la coa del musso.
(trad. siamo dei conservatori)

Tornando al libro in questione, ho apprezzato la maestria con cui Ridley riesce a giocare con gli spazi temporali. Lo fa in maniera naturale, senza farci confusione, miscelando il tutto fino a formare un racconto armonico che nel suo insieme, riesce paradossalmente a girare come le lancette di un orologio.
E’ il mago dell’ansia e qui mi spiego.
Quando vuole fartela venire, usa tutte le altre parole fuorché quella.
E lo so che mi sono spiegata male, ma insomma, io mica sono scrittrice per cui se volete capire cose intendo, procuratevi il libro.

13 racconti che sanno provocare.
Un bel gioco di contrasti tra l’universo giovanile e il mondo adulto, che si scontrano drammaticamente in una sfida senza vittime e carnefici, tra toni aspri e poetici, tra innocenza ed esperienza, il tutto rinchiuso nel pugno della quotidianità.



Poi dopo, tornando a parlare degli affari miei, io e il Mona abbiamo sospeso il tour dei mercatini.
Abbiamo guardato l’orologio, ci siamo salutati in tutta fretta.
Ognuno con una scusa diversa.
A noi ci piace raccontarci delle bugie bianche.
In cuor nostro entrambi sapevamo che quel giorno era Mercoledì.
E che il Mercoledì sul canale 3 della Rai
fanno una interessante trasmissione.




2 commenti:

  1. originale recensione, molto british... o comunque "inglese", complimenti

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  2. Grazie Giuseppe.
    Il fatto tu non sia un mio parente o amico, riempie le mie budella di un'inaspettata euforia.
    Grazie ancora, per davvero.

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