domenica 5 gennaio 2014

RECENSIONE Senza Candeggio n45 "DUE PINTE di BIRRA" R.Doyle


Titolo: “Due Pinte di Birra”
Autore: Roody Doyle
Edito: Guanda
Numero pagine: 153
Mese: Dicembre
Motivo che mi ha spinto alla lettura: l’entusiasmo della critica


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Capita mai a voi?
Di farvi abbindolare dai pareri positivi di qualche critico di un qualsivoglia giornale importante e poi, grazie a questi, comprare il libro in questione?
O di trovarvi in libreria a farvi incantare dall’offerta “acquista 3 Guanda, il 4 te lo regaliamo noi?”

Io in entrambi i casi ci sono cascata con entrambi i piedi.
Per questo, ho preso Due Pinte di Birra.
Non sto parlando di un litro di luppolo, no, per quello non mi servono specchietti, per prendere quello mi affido al mio buon gusto e al mio istinto.

Due Pinte di Birra è il titolo di questo libro definito da The Indipendent “Un autentico genio della comicità” e da Telegraph “Un libro spassoso e provocatorio”.
L’ha scritto Roody Doyle, autore di “Paddy Clarcke ah ah ah!”

Lui è irlandese.
Anche il fatto venisse da una terra che amo con tutta me stessa, mi ha spinto a comprarlo.
Gli irlandesi sono fantastici, se in Irlanda non ci siete ancora stati dovete andarci.

Eh, pure la copertina è bella.
Io anche volentieri mi lascio conquistare dalle illustrazioni.

Lo dico per orgoglio, solitamente una sfogliata a quello che prima devo comprare, la do.
Ma quel giorno lì fatalità nella libreria avevo intravisto una che non mi stava tanto a genio e per godere della promozione –visto e considerato che i miei tre libri li avevo scelti- ho preso quello che più a pelle mi attizzava e via sono corsa alla cassa.
A volte le librerie non sono mai abbastanza grandi e nascondersi dalle persone diventa difficile.
La tizia non credo mi abbia vista, non mi ha salutata e in ogni caso per quel poco che ci siamo conosciute credo l’abbia capito che sono acida nell’animo, quindi magari vista  mi ha vista solo che lei non si fa tante pippe mentali come me, e se n’è fregata se in quel momento le rubavo l’ossigeno.
Chiaro, quel poco di ossigeno che mi ha concesso per bontà d’animo di respirare.

Ma non siamo qui a parlare della mia sociopatia.

E’ particolare, questo libro.
Particolare nella struttura, intendo.
Non siamo davanti a un romanzo e nemmeno a una raccolta di racconti.
Ma ad uno scambio di dialoghi.
Ogni pagina è caratterizzata da un continuo apri e chiudi di virgolette.
Botta e risposta tra due amici che con una certa costanza, decidono di trovarsi in un pub davanti a una birra e a parlare con cinismo di cronaca, politica, gossip e del nipote di uno dei due –Damien- che è una sagoma mica da poco e via andare.

Non lo so.
Non mi ha convinta.
Ci vedo del potenziale in R.Doyle, ma qui non lo vedo sfruttato al massimo.
Proprio per questo, riguardo all’autore non voglio spingermi oltre.
In Due Pinte di Birra, nel complesso, ci sono delle uscite simpatiche di quelle tipo che ti fanno sollevare il labbro superiore. Come quando si finge di alzarlo con un filo immaginario.
Una lieve smorfia timida, non sufficiente a far dar aria ai denti.


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