giovedì 10 luglio 2014

RECENSIONE Senza Candeggio n 60 "BUIA" M.Ferrario


Titolo: “Buia”
Autore: Matteo Ferrario
Edito: Fernandel
Numero pagine: 124
Mese: Maggio 2014
Motivo che mi ha spinto alla lettura: aver partecipato di persona alla presentazione del libro, lasciandomi convincere dalla sensibilità dell’autore.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Una svista all’anagrafe, fa nascere Buia.
Se chiedete a Buia perché da grande vuole fare la macellaia, lei vi risponderà “per toccare la carne cruda tutte le volte che voglio” (da grande poi diventerà vegetariana, ma questo è un altro discorso).
Se le chiedete Che lavoro fa tuo padre? Lei vi risponderà “il trasportatore” il che per lei equivale ad essere la figlia di un esploratore.
Buia ha una madre che non va a prenderla a scuola, per questo Buia ha sempre con sé le chiavi e per questo è lei a cucinare “per fortuna” vi direbbe, se le chiedeste.

Buia ha una maestra con un sorriso cattivo e che probabilmente si sente simpatica quando decide d’uscirsene con frasi tipo “Buia, accendi la luce!”
Buia si chiude
nei bagni dei maschi, Buia è una specie di maschio racchiuso in un corpo da femmina, pensa che il suo è un nome di merda, non ha troppa pazienza, e a un certo punto, scopre per scherzo che gli uomini gliela leccano alle donne mica certo per punizione; che lo fanno nei film porno, ma anche nella vita reale.

E Buia possiede una dose di disincanto ben superiore a quella di parecchi adulti.

E il tempo passa.
E Buia comincerà ad indossare prima degli anfibi mezzi stracciati, dei jeans strappati e una canottiera di non si sa quale gruppo, poi un’uniforme della vigilanza privata.
Buia è stata anche una raccoglitrice di pomodori, e la sua abbronzatura malsana da muratore non nasconde nemmeno quest’esperienza.

Buia non crede nell’amore, e preferisce parlare di fronte a un uomo quando non ha un’erezione.

Buia ha delle cicatrici che iniziano appena sotto l’ombelico.

Ma non c’è solo Buia, ci sono anche una serie di pagine capaci di farti venire il fiato corto, di farti serrare i denti e sgranare le pupille e pure incazzare, come quando t’incazzi davanti a qualcosa e per tutta risposta puoi solo alzare le mani in segno d’arresa.

Come quando ti ritrovi davanti a qualcuno con una pistola, e tutto intorno diventa un’immagine in bianco e nero.
Sarà facile immaginare a questo punto Buia.
Un rivolo che scende da un lato del suo viso.
Potrà sembrarvi sudore, in un primo momento.
Convincervi possa trattarsi di una lacrima.
Ma sarà qualcosa di ancor più salato.

1 commento:

  1. Ciao Silvia, mi piace questa tua recensione e il tuo modo di scrivere. Molto rock, tra la carezza e il pizzicotto.
    Anch'io ho scritto di Buia sul mio blog uncuorenelsole@blogspot.it e credo che insieme abbiamo dato un bellissimo spaccato del libro. Tu più netta e diretta, io più romantica e incantata. Mi piace questa cosa, ti seguirò da oggi in poi.
    Ciaooo
    Laura

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