lunedì 27 maggio 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n.23 "PUBBLICI DISCORSI" -Paolo Nori

Un fico.


Titolo: “Pubblici Discorsi”
Autore: Paolo Nori
Edito: Quodlibet Compagnia extra
Numero pagine: 246
Mese: Maggio
Motivo che mi ha spinto alla lettura: ci ho da fare un pubblico discorso.



RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITA’.

Tanto per cominciare, volevo dire che io, dei miei romanzi di Nori sono gelosissima, e col cavolo che mai mi salterà nella mente di prestarne uno a qualcuno.

Poi, per andare avanti, volevo dire che io, quando ho per le mani un libro di Nori, lo distruggo.
Nel senso buono, se ci può essere un senso buono. In pratica, lo riempio di sottolineature, note a piè di pagina, osservazioni e anche pure di complimenti. Un po’ come se avessi l’illusione, che io e il signor Nori potessimo interagire. Ognuno ci ha le sue manie, e io mi tengo le mie.

Poi, per finire l’introduzione, volevo dire che io, ho letto “Pubblici Discorsi” di Nori, per evitare un attacco di panico. Che già mi vengono quando gli pare, così senza avvisare alla brutta Eva, allora, se so’ che ci ho da affrontare una situazione che con molte probabilità mi porterà ad avere un’iper sudorazione e il blocco totale delle corde vocali e dei tasti del cervello, allora magari, mi organizzo. Così, per volermi bene ma soprattutto perché le figure di merda non piacciono a nessuno. O per lo meno, a me no.

Ci avrò da fare un pubblico discorso anch’io, tra mica tanti giorni.
Che poi sono stata pure poco furba, perché ho invitato il mondo a partecipare al mio pubblico discorso.
Dice se una ha un minimo di sale in testa, e sa che a parlare con la gente va in tilt, allora ad esempio, una delle prime cose da fare è di evitare d’invitare chessòio il vicino di casa o magari, la propria maestra delle elementari.
Ma ci tenevo che veniva se decide di venire la mia maestra perché è stata lei, la prima a darmi fiducia nello scrivere, che diceva che però non è che mi veniva poi così tanto male.
Il mio pubblico discorso è per l’uscita del libro dove che dentro ci sono 3 o 4 miei racconti.

Allora, siccome Nori io per me è lo scrittore che in questo periodo mi sta influenzando da matti, proprio come  per Nori è Charms , allora io per prendere un attimo di fiducia e coraggio, che sembra ce l’ho ma invece ho paura della mia ombra, io per affrontare la presentazione di quel libro lì che vi dicevo ho letto questo, di libro. E allora siccome temo di aver fatto un po’ di casino e magari non capite più di che libro sto parlando, sparecchio e faccio ordine, dicendo che il libro di cui sto parlando è “Pubblici Discorsi”, di Paolo Nori.




Intanto, nel leggere questo libro, mi sono segnata un sacco di altri libri da andare a recuperare, allora se magari in questo periodo siete a secco, e magari anche voi, state cercando qualcosa di interessante da leggere, io vi passo i titoli, anche se io nemmeno li ho ancora letti, ma di Learco, mi fido.





LISTA DEI TITOLI CONSIGLIATI DA LEARCO:

· “Massimo e Fedor” di Sinkarev

· “Opere per Adulti” di Charms

· “Sulla Felicità a Oltranza” di Ugo Cornia

· “Racconti di un Giorno che Sai”  (di tanti scrittori)

· “Le Lingue Inventate” di Alessandro Bausani

· “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj

· il libro di Zavattini dove si parla della storia di uno che scriveva discorsi funebri

· Archipov

· “Moskva- Petuski”


Poi, andando avanti, nel leggere questo libro, ho fatto un sacco di scoperte, allora se magari in questo periodo siete a secco, e magari anche voi, state cercando qualche scoperta interessante da leggere, io ve le scrivo qui di seguito, anche se non ho appurato se sono tutte cose vere, ma di Learco, mi fido.



LISTA DELLE SCOPERTE FATTE DA LEARCO:

· Ci sono delle donne, che hanno preso Anna Karenina come modello di vita, perché il mondo è strano.

· E’ bello giocare con lo STRANIAMENTO per catturare l’attenzione sui discorsi che si stanno facendo (alias apparentemente stordire per poi sorprendere la gente).

· Esiste un negozio molto elegante dove che vendono i vestiti, e questo negozio si chiama Ipercoop.

· La mamma di Saddam Hussein come mestiere faceva la puttana, e lei suo figlio, non l’avrebbe voluto ancora prima di nascere, per quello l’ha chiamato così, perché Saddam significa maledetto.

· Il famoso santone indiano Saibaba ci ha una pettinatura che sembra uno de “I Nuovi Angeli”.

· Esiste un gruppo di pittori russi i Mit’ki che se la spassano con la poetica dell’ubriachezza eroica. Si ubriacavano e poi dipingevano le imprese che avevano compiuto. Tra loro, c’è stato uno scrittore (il Sinkarev che vi ho consigliato nella lista sopra) che ha scritto un romanzo, e in quel romanzo c’è una frase che è “Quando penso che la birra è fatta di atomi, mi passa la voglia di bere”.

· Sciascia, lo scrittore, ci sa fare un sacco con la punteggiatura.

· La canzone “Lettera da Lontano” di Jannacci, fa piangere.

· Quello che ha inventato il cannone che spara le palle e fa allenare i battitori di baseball era uno piscologo bigamo, ed è morto durante una pausa pranzo, mentre facendo un brindisi al genere femminile.

· Uno poteva essere coltissimo nel 1700, ma non ora. Ora al massimo, si può portare pazienza.

· Può essere che  un coglione sia un galantuomo, può essere che sia buono, ma può essere anche cattivo, ci sono i buoni e i cattivi anche tra i coglioni. Il fatto è che sono in tanti quindi, comandano loro. Magari alla fine il coglione sono io.

· Gli eschimesi, hanno 40 modi di dire bianco. I russi, 40 verbi diversi per dire ubriacarsi.

· La gomma da masticare è stata inventata da un farmacista e si è diffusa grazie ai giovani, quando non avevano ancora otturazioni ai denti.

· Questa cosa che ho appena scritto qui sopra, è raccolta in un libro che ha una copertina con su raffigurato un bidone della spazzatura, e parla della storia del ‘900.

· In primavera succedono due cose. Una che ti viene da dormire di più, l’altra che cominciano a puzzarti i piedi.

· Delle volte uno, non si ricorda le cose come sono state, ma come vorrebbe.

· L’anarchia è bellissima, miracolosa e destinata a fallire.







Poi ce ne sono tante altre di belle cose che varrebbe la pena segnare, ma vale ancora di più leggerle inserite nell’intero contesto del libro stesso.
Ma adesso, concludo.
Dicendo che la scoperta più scoperta delle scoperte che ho fatto, leggendo “Pubblici Discorsi” è che tu, a un pubblico discorso ci puoi pure arrivare impreparato, sia psicologicamente che di fatto.
Ma se però ci hai delle cose interessanti da raccontare e che a raccontarle, ti senti a tuo agio, puoi anche uscire di tema e nessuno se ne accorge.







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