mercoledì 8 maggio 2013

RACCONTO Infeltrito n. 18 "IL CIANCIATARLO"



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IL CIANCIATARLO


Era la fusca, e i melmosplosi chiodici
martollavano e battalavano nel craneostro.
Rivati e ritrosi erano i sgropaloci
e il tampillare bombava nel tempiostro.

Cagollo del cagollo, fuggi il Cianciatarlo!
E il rododendro roda, e la boccala zoppola
zoppa; fuggi il ciancia parlo
A la fluida Mentacciona.

In mano prese spada la blablarella:
A lungo il bucacillo nemico cercò.
Ripiegò stanca sul grigio torciso
riguardò, contemplò, meditò.

E mentre restava in bramuso pensiero,
il Cianciatarlo con occhi di fuoco
brotolando scese dal buso buchiero
strisciamenando con bavo sporco.

E uno e due: a fondo e a fondo
la lama vocame ciarlò e cianciolò.
Ucciso il mostro, con il vuoto dendro
Logorroillando all’ostello tornò.

Te benedetta! Uccisti il Cianciatarlo!
Ah che ti srotoli, biforca linguzza!
Seratia di stelle e di calleia è questa!
Gaudiosamente libreggiò la mente.

Era la fusca, e i melmosplosi chiodici
martollavano e battalavano nel craneostro.
Rivati e ritrosi erano i sgropaloci
e il tampillare bombava nel tempiostro.


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