giovedì 12 giugno 2014

RECENSIONE Senza Candeggio n 54 "Cento Strappi" L.Jobson


Titolo: “Cento Strappi”
Autore: Liesl Jobson
Edito: Marcos y Marcos
Numero pagine: 250
Mese: Marzo 2014
Motivo che mi ha spinto alla lettura: la curiosità di capire come infilare 100 racconti in 250 pagine


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Che a volte io mi dico non mi serve altro se non concedermi il ritiro senile nella casa in montagna chiusa dai boschi, senza i telefoni che suonano, la gente che si agita, la stufa che scoppietta, la gola che si libera dal catarro, la pioggia che picchia fuori contro il vetro, la radio che suona dentro nei muri, il profumo del tastasal che sfrisza nella teggia, mio moroso e un libro.
Però, per andare nella montagna, lì per il discorso che c’è mio moroso, c’è da fare una selezione sul  libro da portare, ci ha de essere qualcosa di veloce e scorrevole, qualcosa che puoi interrompere con facilità per un bacio, non è che quando sei nella montagna con qualcuno (e quel qualcuno specialmente è il tuo moroso) puoi permetterti di dire ‘Speta n’attimo che arrivo alla fine del capitolo e poi arrivo, i capitoli ci hanno da essere magri, per questo a Marzo, mi sono portata in ritiro senile Cento Strappi, che Cento Strappi si chiama Cento Strappi mica per niente, e mica per niente sulla copertina c’è l’immagine di un rotolo di carta igienica, sono cento storie scritte veloci come uno strappo.

Una sera, meno di un mese fa’, sono stata alla presentazione di un libro.
L’autore di questo libro, ha detto che prima di pubblicare il libro che stava presentando, aveva proposto al suo editore un'altra storia, ma che l’editore gli ha risposto No non te lo pubblico che la gente disgrazie ci ha già le sue, e l’ultima cosa di cui ha bisogno sono le disgrazie degli altri.
Il che è discutibile, ma per Cento Strappi direi che come definizione calza a pennello e non fa una virgola.
Ora io è certo, non sono un’inguaribile ottimista, non faccio parte di quelle persone che dicono La vita ti fa il sorriso se gli fai  il solletico, ma casso, qua ghè na tragedia drio l’altra, e ecco, non son nean ai passi de esaltarme per ste robe qui.

Dire Non mi è piaciuto, è troppo vago.
Per cui ora mi dilungherò dicendo che Non mi è piaciuto affatto.
Tutto finisce col scivolarti addosso lasciandoti sulla pelle nemmeno un’umida traccia di bava di lumaca e la sensazione che ho percepito alla fine di ogni storia, è stata simile a quella di come quando le orecchie prendono a fischiarti dal nulla, e dal niente d’improvviso, tornano a liberarsi dal fastidio


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