venerdì 6 settembre 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n 33 "IL NOME DELLA ROSA", U.Eco

Vecio col Capel



Titolo: “Il Nome della Rosa”
Autore: Umberto Eco
Edito: Bompiani
Numero pagine: 618
Mese: Luglio/Agosto
Motivo che mi ha spinto alla lettura: consigliato dal mio babbo e da Nori, che ambo.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Subito lì per lì nelle prime pagine mi sono chiesta: ma chi me l’ha fatto fare?
Mi sono trovata davanti a questi periodi lunghissimi, a continue frasi in latino, a roba de cesa.
Che io con la religione non ci ho problemi lo giuro, è con la chiesa che non vado troppo a nozze.
Poi però mi son detta Silvia insistisci va avanti che se sia il Nori che il tuo babbo ti dicono che merita essere letto, ci hai da fidarti.

Mi sono fidata.
Però ci avevo un problema, che io il latino a scuola non l’ho fatto perché di liceo ho fatto quello degli artisti no quello dei secchioni.
Allora lì per lì un po’ di spavento mi è venuto mi son detta Cavolo vuoi fare quella che sa una pagina in più del libro, a fare finta di capire quello che leggi, come gli italiani che fanno finta di sapere lo inglese quando è che vanno all’estero e facciamo di quelle figure da italiani all’estero che gli esteri ci beccano subito che siamo italiani appena che apriamo la bocca.

Allora il mio amico Marco Aurelio si è proposto di farmi da traduttore simultaneo, però poi mi scocciava continuare a chiedergli allora ci ho rinunciato, che un’altra mia amica m’ha detto va avanti a leggerlo che il latino è il meno, è arrivare a pag 100 il vero problema, poi da lì in poi stai serena.

Quel fatto là che arrivare a pag 100 era il vero problema era vero, da lì in poi è anche vero che le pagine ti viene da pappartele tutte in un sol boccone.

Il problema, superato il latino, è che ho scoperto di sapere pure poco l’italiano.
Vacca boia quante parole che quando le ho lette ho tirato in giù le labbra e piegato le rughe della fronte:
concupiscibile, abitudini parche, cespuglio di stramonio, turrito, assiso, mulierbe, ipotiposi, ebdomadario, color cinabro, albagia quodlibetale, questuando, suffumigi, stolido,, aspetto tisicuzzo, ci salutò urbanamente, puteolante, contubernio, abiurato, vituperio, blasfema parusia, tellurico, neumi liquescenti e sub pontati.


Ma riprendi le fila, o mia recensione, chè questa Silvia senescente si attarda troppo nel raccontarla.

La trama.
1327, due frati uno vecchio e uno giovane, ci hanno da risolvere degli omicidi (sette in sette giorni) che ci sono in un’abbazia. Poi c’è una biblioteca che nessuno ci può entrare ed è un labirinto.

Questo sommariamente. Non perdete tempo a leggere la trama che ci scrivono sopra il libro che in due righe ve l’ho spiegata è questa.

Ecco, ovviamente non è che Eco in 618 pagine si limite a dire questo, c’è tutto un intreccio dietro, eh.

E poi si fanno un sacco di scoperte, dico davvero, ognuno magari ci fa le sue, ora vi elenco quelle che ho fatto io:



· Esiste un genere di sogghigno, conosciuto come “il sogghigno di commiserazione per la stoltezza dell’universo mondo”.

· Insulto medioevale (1) “Bestia di un teutone!”.

· Insulto medioevale (2) “Servo della puttana di Avignone!”.

· E’ certamente umano compiere degli errori, ma ci sono degli esseri umani che ne commettono più degli altri e vengono chiamati “stolti”. (“stolti” so  cosa significa, lo dico per orgoglio.)

· La giustizia non è mossa dalla fretta (con questa però Eco, hai pestato na merda eh? L’ha già scritto Dumas ne “Il Conte di Montecristo”.)

· Insulto medioevale (3) “Scannatore di apostoli!”

· Il mondo non ha un ordine ma almeno una serie di connessioni in piccole porzioni (questa ci ho da essere sincera, non l’ho mica capita.)

· Non esiste un solo diavolo ma molti tipi di diavoli. Adesso vi scrivo dei nomi, se ci avete la curiosità andateveli a cercare sulla enciclopedia, io l’ho fatto, ognuno ci ha il suo perché. I nomi alcuni sono: Adramelech, Alastor, Azazele, Abigor, Amon, Samael, Belial, Focalor, Zaebos, Leonardo.
In merito a ciò, volevo dire che ieri a cena col mio babbo si parlava di questo, che insomma io ero convinta di diavolo ce n’era uno e che si chiamava Lucifero, invece lì, il mio babbo, mi ha spiegato che i diavoli sono angeli ribelli cacciati in quanto tali dal paradiso “come te”, ha aggiunto.

· Non esiste solo la lussuria della carne, ma anche quella dell’intelletto, Trascrivo la mia pag 457, in merito: “il bene di un libro sta nell’essere letto, Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose, Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto. Questa biblioteca è nata forse per salvare i libri che contiene  (…)”

· Prima di morire, voglio leggere la Coena Cypriani. Un’altra volta, se non sapete cos’è cercatevela su internet. La voglio leggere a cuor leggero, che tanto lo fanno pure i novizi preti.

· Ora state attenti, alla prossima scoperta. Il numero 3, veniva usato per un sacco di cose bibliche, e questo lo sappiamo tutti senza guardare sulla enciclopedia e su internet, Ma però forse non tutti sanno che dentro al “Il nome della Rosa” c’è un elenco molto intrigante, in merito, ad esempio. 3 sono le classi di creature intellettuali: angeli, uomini e demoni, E poi c’è l’elenco, se volete conoscerlo compratevi il libro. Poi ce ne sono di cose interessanti anche sul quadrato. Il quadrato che è fatto di 4 punti, e 4+3 fa 7come i giorni che ci sono voluti ad esempi a creare il mondo, e 4x3 fa 12 come gli apostoli, e 12x12 fa 144 che è il numero degli eletti, e con questo chiudo, insomma, quel capitolo che parla di questa cosa io per me, anche se con la matematica non ci sono mai andata troppo d’accordo, spacca gli stinchi.

· Per formulare una ipotesi, bisogna formularne due al contempo, una in opposizione all’altra e tutte e due incredibili.

· Gli stolti talvolta hanno dei motti arguti che stupiscono ed entusiasmano pure i dotti.

· Esiste (forse, non posso dire con certezza) un’opera fatta di vaneggiamenti di un alchimista africano, certo che la creazione del mondo sia stata fatta per mezzo del riso divino. Eco ce ne scrive qualche riga, merita, facile che se esiste me lo vado cercare che prima di morire pure quello voglio leggere. Girano delle teorie davvero interessanti attorno alla potenza del riso. Sempre ammesso esista per davvero, quest’opera. Mai fidarsi troppo degli scrittori, son dei gran burloni.

· Si può dire (nel senso che è corretto) la parola NEVVERO per dire NON è VERO. Proprio come fanno i Cesaroni e la Ferrili sul 5 della tv.

· Insulto medioevale (4) “Scoreggione”. Cio’ che in realtà mi ha stupito, non è la parola in se’, ma il fatto che nei primi del 1300, per irritare qualcuno, si arrivasse ad usare questa immagine. Io era dalle elementari che non lo facvo più. Credo da oggi la rispolvererò, così, giusto per darmi un tono, e far capire che ci ho una certa cultura storica.

· Sempre a proposito di culo, pare che l’infuso di corteccia della fragola, sia il massimo dei rimedi omeopatici per curare le emorroidi.

· Un furto, alla maggior gloria del Signore, non è altro che un prestito.

· Tutti i posti in cui viviamo sono posti dimenticati da Dio. Non esistono posti scoperti finora, in cui Dio si sarebbe trovato a suo agio.

· La cipolla fa bene al coito.

· Il gallo, è un simbolo talora del demonio, talora del Cristo risorto. Questo fa del gallo un animale infido.

· Una delle espressioni che adotterò da qui a avanti sarà “imbecille nel corpo” (es. “Tu sei imbecille nel corpo!”)

· L’arabo non è composto da lettere dell’alfabeto ma da da una serie di vermicelli, serpentelli,  e caccole di mosche.

· Papa va con la “p” minuscola

· Non di rado i libri parlano di altri libri, ovvero è come se si parlassero tra loro

· Per non apparire sciocchi poi, è bene rinunciare ad apparire astuti ora

· Molti devoti di Satana, non ultimi i cavalieri templari, erano soliti baciare la terga turpitudine del di dietro di un gatto, nel corso delle loro riunioni.

· I giovani hanno più sonno dei vecchi, i vecchi si svegliano presto per prepararsi al riposo eterno.

· I semplici scelgono nemici deboli quando i veri nemici sono troppo forti.

· Il personaggio dal nome Salvatore che c’è lì nel romanzo, è come lo zingaro Pitt in “The Snatch”

· Insulto medioevale (5) “Ricettacolo di sterco”

· Insulto medioevale (6) “Figlio della prostituta di Babilonia e di altre sgualdrine ancora!”




Ecco, poi uno a vedere ne trova molte altre di scoperte e una buona dose di quelle che possono diventare citazioni, anche.

Dopo volevo dire, io i finali ci ho un potere, quando leggo i libri. Li intuisco sempre per tempo, io i finali, delle volte anche quando mancano tante pagine per finirlo. Questo è uno dei libri che non ci sono arrivata, però.
Mica perché ho perso il potere che ci ho, ma perché Eco è stato più furbo del lettore. Mi permetto di parlare al plurale, d’infilarvi in mezzo tutti, che sfido io chi ci ha avuto o ci avrà la intuizione di capire che l’abazia andrà in fiamme, alla fine.
Mi scuso con chi non l’ha ancora letto, ma svelare il finale di un libro era una delle 100 cose che volevo fare prima di morire.

Concludo rivolgendomi un’ultima volta al mio caro amico Marco Aurelio, se mi sta leggendo.
Mi traduci questa frase, che è la frase finale del romanzo, per piacere?

“STAT ROSA PRISTINA NOMINE, NOMINA NUDA TENEMUS”

Dimmi se sono diventata inconsciamente una latinista, con la mia traduzione.

QUESTO è IL NOME DELLA ROSA, CHE LA FA SCARESA QUANDO SI SPOGLIA IGNUDA.





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