lunedì 16 settembre 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n35. "LA SCHIUMA DEI GIORNI", B.Vian.



Titolo: “La Schiuma dei giorni”
Autore: Boris Vian
Edito: Marcos y Marcos
Numero pagine: 268
Mese: Agosto
Motivo che mi ha spinto alla lettura: prestato dalla mia amica Franceschì.


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITà.

Da quanto tempo era che non leggevo un libro così?
Da mai, questa è la risposta.
Me l’ha prestato la mia amica Franceschì. E’ stato uno dei miei buoni propositi per il 2013, quello di circondarmi solo da persone che mi fanno stare bene. La mia amica Franceschì è una di quelle.
Se solo Boris Vian fosse ancora vivo, se solo ci conoscessimo, farebbe parte pure di lui, di questa cerchia ristretta.

Ma Vian è morto giovane e d’infarto, durante l’anteprima cinematografica del suo omonimo romanzo “Sputerò sulle vostre tombe”. (Sentitevi pure liberi d’ironizzare sul fatto)
Conosciuto per lo più in Francia e poco meno in Uk, ma non più in giro, parliamo di un genio  vissuto in sordina per troppi anni nel mondo, che ora ci lascia in eredità uno stile di scrittura unico nel suo genere, di grande carattere, capace di far sognare anche i cinici come me.
Uno scrittore, che sapeva la sua vita sarebbe stata breve, e lo sapeva non perché era uno di quei parazebedei che dice “la vita è breve, è bene scolarsela in fretta giù per il gargarozzo” no, sapeva che la sua vita sarebbe stata breve perché sapeva di essere malato. Al cuore per giunta. Fa un ché pensare che una persona con così tanta sensibilità, sia malato proprio in quell’organo lì, non trovate?
Ciò nonostante, ha vissuto fregandosene un po’ di tutto e un po’ di niente, continuando a fare ciò che più lo faceva star bene: scrivere libri, racconti, testi musicali jaaaaaaszzz, senza mai ambire all’autodistruzione, al vittimismo e tutte quelle brutte robe lì, continuando a suonare la sua tromba fino alle 4 di mattina. Andate dal vostro medico e chiedete se ai cardiopatici fa bene suonare la tromba per ore e ore.

Questo è il primo romanzo del Boris che leggo, ma letto questo, mi è presa la smania di volerli leggere tutti. Lo farò, e so che non lo mettete in dubbio.

Siamo di fronte a un romanzo colmo d’invenzioni, d’immagini brillanti e strabilianti, di metafore e neologismi, di visioni. Un surrealismo che supera e cancella la componente tragica che ombreggia sulla storia, inutile voler dire per forza il contrario.

Ne La Schiuma dei Giorni, tutto è poetico nonostante sia in prosa, tutto è assurdo, paradossale, fantasioso, tutto ciò che è presente in queste pagine è immenso, e lo senti, sei un gigante e ti stai rimpicciolendo via- via che t’avvicini lento al tragico epilogo. Prendete ciò che ho scritto alla lettera, immaginate di stare lì comodi a guardare un film a colori su un maxy schermo, e questo film più si avvicina al finale, più ve lo trovate a guardare in un vecchia tv in bianco e nero, seduti su una cassa da frutta con le schegge che vi pizzicano le natiche.

Tutto è scritto nel minimo dettaglio, tuttavia la sistemazione fisica e temporale della storia resta confusa, questo grazie a un’abile mescolanza di usi e costumi storici con elementi oserei dire visionari. Personaggi educati, che non mancano però di lanciare grandi stoccate al perbenismo, al conformismo, criticando intelligentemente a colpi di sciabola le industrie farmaceutiche, la sanità, il mondo del lavoro e la frenesia che ne consegue, che non porta a nulla, esattamente come il contrario.
Ci si fa beffa di quanto il materialismo ci regali tutto e come si sa’, niente.

La trama ho deciso non ve la racconto, tanto questa settimana esce il film.
Oh, se comincia tutto a colori e finisce in bianco e nero io da domani ho deciso che sono figa.
E poi volevo dire che sono felice d’aver letto il libro prima di aver visto il film.
Caro Gondry ci hai una bella sfida d’affrontare, a figurarmi una roba tipo così:

“Un fazzoletto di seta gialla lo pilotò nella direzione del vento e il colore del fazzoletto, strappato dal vento, andò a posarsi su un grande edificio di forma irregolare che (…)”

Ma di più a come fare una ninfea che ciucia i polmoni, e un topo suicida.





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