venerdì 26 aprile 2013

RECENSIONE Senza Candeggio n21 "FRANNY E ZOOEY" J.D.Salinger

Se no iè mati no li volemo


Titolo: “Franny e Zooey”
Autore: J.D. Salinger
Edito: Einaudi
Numero pagine: 155
Mese: Aprile
Motivo che mi ha spinto alla lettura: la riscoperta di Salinger


RECENSIONE E OPINIONI DI DUBBIA UTILITA’.

Succede così.
L’anno scorso, il mio amico che di nome fa Luca, che se anche vi dico il nome chissà se vi cambia qualcosa, mi regala per il mio 30simo compleanno “Il giovane Holden” di Salinger, appunto.
Che magari sembra una presa per il culo, una che tocca il mondo degli “enta” e riceve un libro con nel titolo la parola “giovane” ma sono sicura che l’intenzione del mio amico mica era quella, o almeno lo spero se no sai che bei amici che ho.
E chissà se vi cambia qualcosa sapere pure questo dettaglio ma
succede così.

Riscopro Salinger, che io prima lo avevo abbandonato in biblioteca da adolescente, e poi adesso lo ritrovo per questo giro di coincidenze.
E succede che me ne innamoro, di come che scrive Salinger, intendo.

Succede che poi, in libreria svendono il cofanetto di questo scrittore, e lo compro, questo ancora l’anno scorso, più o meno in quel periodo.
Succede che poi lo metto in mezzo a tutti gli altri libri che io non so se succede pure a voi, che magari ci avete il periodo che comprate talmente tanti libri che chissà se vivrete abbastanza per leggerli tutti.
A me penso che succede.

Ne scelgo uno a caso, che ci avevo la voglia in questo momento magari prima di tirare le gambe per sempre, di leggermi qualcosa di Salinger, e questo Franny e Zooey, è stato il primo ad essere estratto dal cofanetto che vi ho scritto qua sopra. Così, a caso mica per chissà quale motivo.
E a caso ci devo andare per forza perché su ogni volume, non c’è nemmeno riportata la trama e i titoli non è che dicano molto, a essere sincera.
Prendi proprio “Franny e Zooey” beh, io non so’ voi ma se non sapevo che era di Salinger non so se così, mescolato tra altri mille titoli, avrebbe attirato la mia attenzione.
Dico così per dire che i titoli io per me in un libro sono importanti, e l’unico titolo che io per me può permettersi di rimanere impersonale è forse quello del Dizionario,
Che se compri un dizionario, fatica che lo compri per lo scopo che ci ha da avere, se sopra magari di titolo fa una cosa tipo“Misturia di parole in ordine logico e alfabetico”.
Così, sparo un titolo per dirne uno senza pensarci troppo.

Succede così.
Io se penso a un anno indietro, quando leggevo ma mica però così tanto come leggo ora, io la notte facevo sonni senza sogni.
Da un anno a ‘sta parte invece, succede così.
Sogno quasi ogni notte e nella maggior parte dei casi, i sogni me li ricordo tutti, quando è che poi mi sveglio.
Ora io non so se c’entra qualcosa, questa cosa che leggo tanto e sogno ancora di più, ma ci ho fatto caso, e questa parentesi sinceramente mi serve per spiegarvi altro.
Succede così.
Franny e Zooey di primo acchito, sembrano due racconti divisi.
Voglio dire, la grafica del libro ti porta a pensarlo.
Leggo dunque il primo racconto tutto d’un fiato la prima sera, poi chiudo, appoggio sul comodino, via nel mondo dei sogni, e buonanotte ai suonatori.

Mi sveglio la mattina presa da un’esperienza trascendentale.
Ah che vi ho sentito che mi state mandando a fare in culo, state buoni che ora mi spiego meglio.
Capogiri, senso di nausea, sudore freddo, nervi tesi, e una gran voglia di svenire.
Reduce dalla lettura della sera precedente e da un sonno tormentato mi dico Ecco, sono la solita come mi faccio suggestionare io dalle cose non conosco nessuno, a parte i seguaci di Wanna Marchi, s’intenda.
Poi va beh, se a qualcuno può interessare della mia salute, si sappia che m’è bastato stendermi 5 minuti sul letto ed è passato tutto, non ci ho bisogno di altro, spesso.

Il punto è un altro.
Il punto è che tutto in questo romanzo, ruota attorno a sensazioni di questo genere.

Che Franny è una giovane adolescente presa da una profonda crisi mistica, alla ricerca di un’identità religiosa che le possa dare conferme e risposte.
Zooey è suo fratello, questo io credo possa bastarvi.

Ora direte ‘Azz che trama, bela proprio Marisa cicciona che voglia di leggerlo questo libro.

Ovviamente lo direte con un tono assolutamente sarcastico e io non posso che darvi ragione, ma il punto è un altro.

Il punto è che a mio parere, Salinger va letto non per quello che racconta, ma per come lo racconta.
Il suo stile confidenziale, il modo che ha di dare peso e forza ai dettagli, la pungente ironia, la graffiante sagacia, le immagini popolari inserite in contesti impegnati, le distrazioni che ci catturano senza però farci perdere il filo, queste robe qui, insomma.
Che io lo invidio un sacco, che io non so come fa, ma sono convinta che così, se mi mettete sotto il naso una pagina scritta da lui la riconosco subito.

E questo è io credo tutto quello che ci ho da dire.
Succede così, quando una non è che ci ha troppa voglia di scrivere.





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