domenica 29 luglio 2012

RACCONTO infeltrito numero 4. "Leggende metropolitane"


Ho sempre avuto un debole per le leggende metropolitane.
Io, appena ne sento una, prendo il mio quadernino e la segno, ne tengo uno apposta solo per loro.
Insomma, io proprio le colleziono, le leggende metropolitane.
Allora io adesso sfoglio a caso questo quadernino  e ve ne scrivo qualcuna, così ci facciamo due risate tutti insieme, occhei?

Intanto, direi di sorvolare su quella del doppio Beatle e della sospetta morte + rimpiazzamento  di un sosia del Paul. La conosciamo e non conosciamo tutti, e Dio solo sa se un giorno qualcuno ne verrà a capo, per cui nominiamola così, giusto perché merita di essere ricordata anche dalla sottoscritta, che non vuole essere meno a nessuno.

Di bella, c’è anche quella del vincitore della lotteria suicida. Che non solo l’ha interpretata il buon Ugo Fantozzi nel film “Ho vinto la lotteria di capodanno” ma viaggia, bocca per bocca, in diverse versioni. La mia preferita è quella del tipo, che se ne sta in un pub a sorseggiare la quindicesima birra della giornata. E lui è al banco, no? Allora, mentre è li che tracanna dal boccale, guarda la tv che stanno facendo l’estrazione numerica miliardaria. E quasi tira un cocone ma mica per colpo del lupolo,  dico perché vede che il biglietto che ha tra le mani è proprio quello li, quello che gli cambierà la vita (sapete quante birre piccole alla spina si possono comprare con un miliardo? Ve lo dico io, 4 ooo ooo oo !) E va beh insomma, allora quello vicino a lui gli toglie il biglietto tra le mani, approfittando della sua momentanea catalessi, e comincia a farlo girare per il locale. Morale: il biglietto scompare, quindi il fortunato “vincitore” capisce che da quel momento la sua vita è diventata inutile, esce dal pub e va a lanciarsi da un ponte. Alla fine, muore.

Andando un po’ più veloci, di belle, come leggende, dico, c’è quella degli alligatori che vivono nelle fogne di Nuova York,  l’origine del nome Bloody Mary, le catene di S. Antonio a scopo benefico che girano via sms o nei social network, il cd appeso sullo specchietto sopra il cruscotto ingannatore di autovelox, i ristoranti che chiudono dal detto al fatto perché pare distribuiscano gatti anziché conigli (e i cinesi in questo campo, sono i più quotati) e ancora, se vogliamo essere esoterici, l’apparizione di Satana recitando davanti a uno specchio per cinque volte di fila Ave Maria al contrario,  Sandra Milo e suo figlio Ciro.
E poi ancora, se desideriamo fare affari, dicono che, chiamando un operatore Vodafone lamentandosi del proprio piano tariffario, guadagni un cinquantino di ricarica gratis.

Già chiedo scusa se sarò volgare che non mi piace e lo sapete, ma cercherò con le righe che seguono, di esserlo il meno possibile.

Io me la ricordo bene, la prima legenda metropolitana in cui ho creduto per davvero.
Proprio pensavo fosse un fatto successo mica inventato, tanto famosa che mi sa è arrivata un po’ alle orecchie di tutti.
Ve la ricordate?
Diciottesimo festeggiamento in discoteca.
Un gruppetto di ragazze decidono di fare qualcosa di trasgressivo per entrare nel fantastico mondo dell’età adulta, quella che ti permette di guidare una macchina, votare, e lavorare in regola (beh, su quest’ultimo punto avrei di che ridire ma inutile fare facile polemica, no?)
Ho un idea dice un’ amica alla festeggiata.
Compi diciotto anni, giusto?
Allora tu, stasera, fai diciotto soffocotti a diciotto ragazzi diversi.
Allora, siccome quando metti insieme un gruppo di ragazzine di quell’età, sanno essere davvero sceme, la festeggiata dice va bene e lo fa.
Quando te la raccontavano e arrivavano a questo punto, te ci avevi sulla faccia un’espressione schifata mica da ridere ma il bello doveva ancora venire.
La festeggiata torna dunque a casa coi suoi trofei nello stomaco, si mette a letto ma non le riesce di dormire per il mal di pancia, si trasforma in Regan (No il presidente Reagan che si scrive diverso ma si dice uguale) dico Regan, la bambina protagonista del film “ L’Esorcista”.
E non le riesce smettere di espellere liquidi.
Allora i genitori la portano al pronto soccorso, i medici gli fanno la lavanda gastrica e gli dicono cosa ci aveva la furbetta nelle budella, però i genitori non la sgridano e si vantano di non avere una figlia alcolizzata e drogata e fine della storia.
A me l’hanno raccontata così, poi come ogni leggenda ognuno avrà la sua versione ma il “succo”credo sia uguale per tutti (e non fraintendete ve ne prego questa mia ultima affermazione)

E qui mi fermo perché vi giuro, potremo andare avanti per ore e ore.

Allora ce l’ho anch’io la mia personale leggenda metropolitana che proprio l’ho vissuta sulla mia pelle,  e adesso la faccio girare.
Che poi sono due, è che quando mi hanno raccontato la prima, di conseguenza, mi è venuta in mente la seconda.
E io mi spiace, ma c’ho da usare il dialetto veronese per spiegarmi perché le leggende hanno origini popolari, ma non vi preoccupate che metto la traduzione come fa Corona nei suoi libri (no il vip, l’alpinista dico, che si scrivono e si dicono uguali ma per fortuna sono diversi)

Si parlava inutile vi spieghi dove che non importa, di soluzioni e rimedi per prevenire orticari problemi estivi, di quanto queste zanzare facciano impazzire e via dicendo e allora una mi ha detto:

(giuro che me l’ha detto per davvero)


- Seto sa te ghe da far? No citronele, Autan e bracialeti. La me vicina de casa l' è biologa. La ma dito, che se te-te spalmi la PRO RASO sul corpo, no le te beca nean a morir. Però, no la schiuma, te ghe da tor la crema, te digo che ela l'è biologa, fidate. E no la PALMOLIVE, quela no la va ben da un casso. Te ghe da tor la PRO RASO, quela al mentolo e geranio. Po' te sentissi che profumo e basta. Ma me racomando, la crema, no el dopo barba. Voi dir, se no la le sa ela che l'è biologa...

( TRADUZIONE.
- Sai cosa devi fare? Non devi usare tutte le forme di citronella che ci sono ora sul mercato, l’Autan costa un sacco e dura poco, e i braccialetti, sono una fregatura pazzesca, esistono per vendersi.
La signora che vive nella porta accanto alla mia, si è laureata in Biologia con ottimi risultati.
Lei, scientificamente consiglia di spalmarsi una modesta quantità di PRO RASO su tutto il corpo. È reperibile facilmente in qualsiasi supermercato e la pubblicizzano anche in tivù.
Se la applichi sulla pelle, le zanzare, non ti si avvicinano neanche se da giorni non assimilano una goccia di sangue.
Però, bada bene, non devi prendere la formula in schiuma bensì quella in crema, c’è da fidarsi di questo consiglio, lei è biologa, lo fa pure di mestiere.
Ma mi raccomando, non fare confusione, devi prendere, ripeto la PRO RASO e non la PALMOLIVE perché quella non funziona. E leggi bene l’etichetta, dev’essere alla fragranza di mentolo e geranio. Se solo potessi immaginare quale piacevole profumo emana questo prodotto, correresti subito a comprarla.
Ma ribadisco, la crema, non la schiuma, è fondamentale non sbagliare.
Devi fidarti di me, ha studiato, la mia vicina di casa, è biologa.)



Vi dirò in quel mentre, ho pensato: forse è meglio che taccio, ma in confidenza, a voi lo racconto.
La mia nonna ad esempio, aveva tutta una sua teoria sul come superare la paura dopo uno stupido spavento.

E qui lancio al popolo la mia personale leggenda metropolitana, appunto.


Dobbiamo partire da qualche annetto fa però.
Allora, se voi avete la pazienza, io la racconto, se no facciamo così (che per me che sono pigra vi posso capire) vi metto le parole chiave in maiuscolo così è come se faccio un riassunto, occhei?

Quando ero BAMBINA mia nonna ha detto "Ah che togo su la buteleta e la porto al mar, che la ga bisogno de ciapar aria"( Trad. figlia mia, porto tua figlia, nonché mia nipote in soggiorno estivo per qualche giorno. La sua pelle ingrigita necessita di sole e mare.)
 Allora siamo andate a ROSOLINA io e lei insieme. E' stato li che ho scoperto che ci aveva le gambe perché prima,  credevo fosse tutta un busto sotto i gonnelloni, invece col costume si vedeva che ce le aveva anche lei, le gambe. Ho anche imparato a giocare a carte. Facevamo dei tornei individuali di ruba mazzetto che duravano almeno 8 ore al giorno. Se ci ripenso, è stata proprio una vacanza da dimenticare. Mica per i tornei, vero? E' che un giorno, siamo scese in SPIAGGIA alle 4 del pomeriggio (prima era vietato, troppo caldo).

Io, va detto sono sempre stata una un po' agitata, nervosa ma soprattutto SBADATA.
Niente, arrivo di corsa per SEDERMI sulla SEDIA a SDRAIO, dimenticando d'avere le DITA.
E tac, LA SEDIA SI CHIUDE sotto il peso del mio CULO, la MIGNOLINA resta INTRAPPOLATA tra lo scheletro di legno, proprio ME LA SHIACCIO di BRUTTO.
Se ci ripenso, sento ancora male.
COMINCIO A PIANGERE e a dimenarmi come una tarantola, NON C'ERA VERSO DI CALMARMI.
Allora, la MIA NONNA, ci ha avuto una delle sue idee.
Ha detto "VIEN CON MI, MOETE!"
(trad. forza, seguimi!)

Mi ha LANCIATA SOTTO LA DOCCIA PUBBLICA della SPIAGGIA continuando a ripetermi
"PISSA, PISSATE DOSSO CHE TE PASSA LA PAURA".
(trad. urina, fai la pipì in piedi nella doccia, con questo metodo, ti passerà la paura)

Mi guardavano tutti.
Io da quella volta a Rosolina giuro che non ci ho messo più piede, sulle sedie a sdraio non mi siedo più, e quando mia nonna mi dice "viento al mar con mi?" (trad. Vieni al mare con me?)
le dico che ci ho da fare.


Detto questo, questa è la mia leggenda metropolitana.
Tuttavia, non voglio responsabilità
.
La gente è curiosa, sperimenta, non puoi fermarla.

Però a onor del vero c'è da riconoscerlo: la mia nonna era un'impavida.
E aveva solo la terza elementare.




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